Il nome “Mora” è stato codificato nel 1942. La Mora Romagnola si riconosce subito, per il pelo marrone scuro che tende al nero, da cui il nome di “Mora”.

Caratteristica corporea

La Mora Romagnola ha un tipico corpo allungato e alto mediamente 80 cm ( le scrofe sono più alte dei verri) e raggiunge un peso alla maturità di 250-300 kg. La testa conica è allungata con profilo rettilineo e con orecchie lunghe in avanti a coprire il grugno affusolato. I verri hanno le zanne molto lunghe.

Pregi

  • Rusticità spinta
  • Buona resistenza alle malattie
  • Ottima pascolatrice ( in diversi mesi dell’anno si procura da sola il cibo nei radi boschi)
  • Carni squisite

Difetti

  • Scarsa prolificità
  • Mediocre allattatrice
  • Tardiva all’ingrassamento

Ora queste caratteristiche negative, per proseguire la sua vita la Mora romagnola fu incrociata con il suino inglese Yorkshire, che il suoi pregi divenne presto famoso in tutta Italia e all’estero.

L’allevamento

La “mora” è una buona pascolatrice, adattabile a condizioni geografiche difficili. La riproduzione avviene all’aperto in tutti periodi dell’anno, in quanto la mora resiste bene anche alle basse temperature, trovando da sola il luogo di riparo dove partorire.
L’allevamento è a ciclo chiuso, infatti la parte destinata al seminativo provvede ai cereali e alle leguminose necessari alla preparazione
di una buona formula alimentare di integrativa.

Evoluzione della “Mora” con i suini inglesi

Nel 1886 nel circondario di Faenza si introdusse la razza inglese YORKSHIRES: (Large White e Middle White). Da queste derivano i ceppi S. LAZZARO e BASTIANELLA i cui verri furono incrociati con scrofe di MORA ROMAGNOLA. Da questi nacquero i famosi maiali chiamati “FUMATI DI ROMAGNA”.

Caratteristiche

Animali molto voraci e precoci, con una buona qualità della carne: ottima per la confezione dei salumi, grasso sodo e buona conservabilità.

Mora Romagnola: una razza pura

La Mora Romagnola è una “razza pura” ed è contrassegnata da una serie di caratteristiche peculiari (circa una quindicina) ma le più evidenti sono:

  • La cresta di setole lunghe e dure che scorre sulla schiena con direzione dalla testa alla coda e viceversa, sino ad incontrarsi all’altezza dei lombi, per dare vita a particolari grovigli detti “ricci”. Sulla sommità della schiena le setole grossolane e spesse, segnano una linea “sparta”.
  • Gli occhi sono a mandorla e la dentatura è simile a quella del cinghiale.
  • Un’altra importante caratteristica che la distingue dagli ibridi è il posizionamento e la direzione delle orecchie: non verso l’alto come si può notare nei cinghiali, non ai lati come nel suino “Duroc”, ma in basso verso il muso e parallele alla testa.

Come è giunta in Romagna

Giunta in Italia al seguito di popolazioni barbare si ambientò in Romagna, dove gli abitanti delle campagne la allevarono come animale su cui basavano la propria alimentazione.

L’allevamento, infatti, era facile, poco costoso e la qualità della carne era ottima. La “Mora” è vissuta in Romagna in numero cospicuo fino agli anni ’50: nel1949 c’erano più di 22.000 capi , ma qualche anno fa questa razza ha rischiato di scomparire.

Area di produzione

Era allevata diffusamente nella provincia di Forlì, nel Faentino e nel Ravennate ma anche in tutta la Romagna.L’allevamento della Mora è stato reintrodotto nella provincia di Ravenna: Brisighella, Riolo terme e Casola Valsenio .

Presso il Macello di Brisighella avvengono tutte le operazioni di Macellazione, Lavorazione, e Stagionatura secondo un iter disciplinato e certificato per la rintracciabilità UNI 10939 gestito dal COPAF.

Diverse popolazioni di MORA

Una volta esistevano diverse popolazioni di Mora: la diffusissima “Forlivese”, manto nerastro con tinte più chiare nella regione addominale, la “Faentina” dal mantello rosso chiaro,e meno pregiata della prima, la“Riminese” più scura di tutte ( mantello rossastro con una stella bianca in fronte e qualche volta con una cinghiatura chiara ).
Fino a metà degli anni ’50 tutte queste popolazioni erano incrociate con ceppi locali di Large White (il “San Lazzaro” e la “Bastianella”); l’ibrido era noto come “Fumati”.

La scrofa di Mora Romagnola

Le scrofe di “MORA” non sono molto prolifiche (5-6 maialini le primipare e 9 le pluripare), e hanno una scarsa produzione di latte.

La Mora salvata da un valoroso allevatore faentino

L’allevatore Mario Lazzari, nella sua piccola azienda alle porte di Faenza è impegnato sin dal 1982 a selezionare gli ultimi capi della razza “Mora Romagnola”, una delle cinque razze suine autoctone italiane. La mora Romagnola era stata data per estinta, ma dopo una lunga ricerca in romagna, Lazzari è riuscito a reperire gli ultimi esemplari puri ancora esistenti Ne ha trovati poco più di una dozzina e ha dato vita ad un allevamento partendo con solo 3 scrofe e un verro.

Sono allevati tuttora 850 esemplari, registrati presso l’Associazione provinciale allevatori (Apa) di Ravenna, come idonei alla riproduzione. Gli allevatori sono assocciati dal 2005 presso il COPAF che si è costituito come Consorzio di tutela della Mora Romagnola. Sempre nel 2005 il Consorzio COPAF ha presentato al MIPAF (Ministero politiche agricole forestali) istanza DOP per la razza suina Mora Romagnola. Nel 2006 è diventato PRESIDIO SLOW FOOD .

Le carni della “Mora”

Anche la carne è particolare, essendo leggermente più scura e marezzata rispetto al suino bianco.

Notevolmente profumata, gustosa, dal sapore dolce, tenera grazie alla presenza di grasso, in quantità e qualità tipiche di questa razza, e separato dalla massa magra. Ottima la sua conservabilità e stagionatura,eccellente per salame, prosciutto e cotechino.

 

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